L’incastro è un sistema infallibile in cui regge la regola che con poco si può fare molto.

L’incastro o assemblaggio è stato e sarà sempre il sistema migliore per unire il legno.
Attraverso la storia evolutiva dell’uomo e del processo di costruzione abitative, della falegnameria e degli attrezzi di lavoro abbiamo fatto un lungo percorso per avere le soluzioni e le mille alternative di edificazione e arredamento di cui godiamo oggi. 
Ma come ci siamo arrivati? In gran parte grazie al legno e al modo più semplice ed intelligente di usarlo.
La parola d’ordine che ha spianato la strada è  → INCASTRO


I primi incastri (tuttora usati) furono creati con fibre flessibili, poi diventarono strutture più solide e man mano alle giunture semplici si applicarono altri materiali di sostegno come il metallo e più recentemente la plastica.
In questo articolo ci concentreremo  nella descrizione più universalmente conosciuta dell’incastro del legno utilizzando la geometria come parte fondamentale di questo procedimento. 

 

Possiamo suddividere gli incastri secondo 5 famiglie:

  1. Sovrapposto (lap joint)
    Più che di incastro vero e proprio si tratta di un tipo di accoppiamento tra due elementi assemblati in successione. Ha un notevole numero di applicazioni, le più diffuse sono l’assemblaggio di elementi lineari in successione e l’accoppiamento di due elementi perpendicolari, sul vertice.
    Per essere funzionalmente valido deve essere bloccato mediante spine di legno (pin joint) oppure combinato con soluzioni a coda di rondine (dove tailed).

  2. Dove tailed (coda di rondine)
    E’ l’incastro più diffuso sia nella tradizione giapponese che nella carpenteria europea, la geometria dell’elemento di unione (la coda di rondine) è oggetto di innumerevoli varianti, il concetto in ogni caso si basa sul bloccaggio di un elemento rastremato verso l’interno alloggiato in una cava, di identica geometria, che lo trattiene. Anche in questo caso è possibile l’impiego sia per soluzioni in successione lineare che per soluzioni ad angolo.
    La funzionalità di questo incastro è strettamente legata alla precisione nell’esecuzione e nella buona stagionatura del legno. Il rilascio o la deformazione del materiale ne comprometterebbero l’efficacia.

  3. Tenon joint
    Incastro tradizionale per la composizione di elementi perpendicolari come pilastri e travi, ritti verticali in genere abbinati a traverse orizzontali, come strutture di tavoli o letti.
  4. Pin joint (bloccaggio con spina di legno
    Sistema di bloccaggio di un gran numero di incastri, generalmente si basa sull’inserimento trasversale di un cilindro di legno in un foro di uguale diametro, nella tradizione giapponese le soluzioni più sofisticate prevedono il foro quadrato anziché circolare e sovente la spina conica anziché cilindrica.

  5. Split wedge (bloccaggio con cuneo)
    E’ una forma di bloccaggio dell’incastro generalmente abbinata alla soluzione mortasa e tenone (tenon joint). Si basa sull’inserimento di piccoli cunei di legno sulla testa del tenone allo scopo di bloccarne l’eventuale fuoriuscita. Questa soluzione funziona sia per soluzioni passanti che per incastri ciechi. 

Vediamo ora alcuni dei vantaggi del sistema a incastro rispetto ad altri tipi di assemblaggio di mobili. 

 
  • Gli incastri rendono possibile montare e smontare gli oggetti con estrema facilità e nella maggior parte dei casi senza l’uso di attrezzi particolari. In questo modo si facilita il trasporto in caso di trasloco, ma si agevola anche lo spostamento anche per fare pulizie, pitturare o cambiare l’arredamento interno della casa. 
  • L’incastro rende possibile la sostituzione delle singole parti in caso di danneggiamento, non si cambia o si ripara tutto il mobile ma solo il pezzo compromesso dal passo del tempo o l’usura.

  • L’incastro ottimizza l’uso della materia prima (soprattutto se si usa materiale pregiato come il legno o il multistrato). L’oggetto si scompone in parti più piccole quindi si riduce lo spreco di materiale.

  • La giunzione a incastro è più stabile e durevole nel tempo. Il sistema che prevede legno contro legno garantisce la funzionalità, dato che non prevale un materiale sull’altro ma si crea un equilibrio tra i pezzi uniti. Invece nelle giunzioni con accessori metallici (o peggio ancora di plasica) la stabilità e la durevolezza vengono compromesse dalla logorazione, con il passare del tempo il metallo danneggia il legno, la plastica prima o poi cede e questo incide sulla funzionalità complessiva del mobile.
  • Un mobile mono-materico, solo legno, sarà più facile da smaltire in fase di dismissione.
  • Una buona progettazione con il sistema a incastro può offrire soluzioni per ottimizzare l’uso dello spazio con strutture a soppalco, scale, sottotetti ecc, in modo semplice e veloce. 

 

Un mobile a incastro non ha nulla da nascondere, mostra le giunzioni e valorizza ogni singola parte, esprime un linguaggio, una concezione che sottolinea le proprietà e le qualità del legno.
Il sistema a incastro è una poesia geometrica che rende armonioso e funzionale ogni ambiente in cui viene usato.

 

Se volete saperne di più su questa tecnica e vi invitiamo a visitare il sito di Paolo Cogliati, architetto creatore di Totem e amante del legno in tutte le sue sfumature.